Tante persone tendono a fare shopping perché notano un miglioramento dell’umore, ma siamo sicuri sia la scelta giusta? Forse è il momento di cambiare.
Acquistare qualcosa piace un po’ a tutti, a volte perché c’è un effettivo bisogno da colmare, in altri perché ci si vuole semplicemente togliere uno sfizio, magari perché si è stati bravi in qualcosa e ci si vuole premiare. Cosa c’è di meglio di farlo con qualcosa su cui si era messo gli occhi da tempo e che si desiderava in modo particolare? Difficile rispondere diversamente, anche se agire sempre in questo modo potrebbe rivelarsi una scelta non così corretta e soprattutto controproducente, non solo per il conto in banca.

In tutti i casi sarebbe bene darsi un limite, con la consapevolezza di come fare shopping in maniera costante e senza troppi freni, anche se non si hanno problemi economici, sia un errore che si rischia di pagare caro (e non solo per l’entità della spesa). C’è infatti il rischio concreto di incorrere in una malattia da cui poi può essere difficile guarire, è bene quindi riconoscere il problema sin dai primi segnali.
Lo shopping può diventare una malattia: ecco quando
Pensare di associare un’attività che ci piace e che ci provoca soddisfazione come lo shopping a una malattia potrebbe sembrare difficile da credere, invece è una possibilità concreta, che può riguardare tante persone e di ogni età. Questo accade quando si incorre in quello che viene definito shopping compulsivo, ovvero una dipendenza dagli acquisti che si fanno spesso in modo incontrollato, puntando su qualcosa che desideravamo da tempo, ma non solo. Nelle situazioni più gravi, infatti, si finisce per comprare qualcosa che non è così necessario, ma di cui in fondo non si riesce a fare a meno. A volte solo ad acquisto fatto ci si rende conto di avere qualcosa che non solo non serviva, ma che non si sa nemmeno come usare.
Riconoscere alcuni sintomi tipici di chi soffre di shopping compulsivo non è così difficile per un gruppo di psicologi dell’Università di Bergen (Norvegia), che ha effettuato uno studio sul tema con altre università americane e inglesi.

Sarebbero sette a detta dei ricercatori i segnali che dovrebbero metterci in allarme:
- sentire il bisogno di comprare di più e sempre di più per ottenere la stessa soddisfazione provata in precedenza;
- comprare perché si pensa che in questo modo a beneficiarne sarà l’umore;
- avere un pensiero continuo dedicato allo shopping;
- si decide di comprare meno, ma non si riesce praticamente mai a farlo;
- si dedica così tanto tempo agli acquisti da non avere il tempo necessario per dedicarsi alle attività quotidiane, quali lavoro o studio;
- troppi acquisti, che finiscono per mettere a rischio il proprio benessere;
- ci si sente male se si manifesta un imprevisto che impedisce di fare shopping.
La capo ricercatrice Cecilie Schou Andreassen è convinta che basterebbe essere d’accordo o molto d’accordo con quattro di quelle sette situazioni per avere una dipendenza da shopping, che richiede di fare qualcosa di tangibile per uscirne. Anzi, a volte la situazione è talmente grave da non riuscire a porvi rimedio in autonomia, né con il sostegno delle persone più care, a quel punto l’unico rimedio consiste nel ricorrere a una terapia psicologica, che consentirà anche di conoscere le cause che hanno portato a questo per superare tutto definitivamente.