A Roma sta per nascere Urban District, il complesso residenziale più sostenibile della capitale, difficile trovare in altre parti d’Italia edifici con le stesse caratteristiche.
Puntare sulla sostenibilità è ormai diventato un vero imperativo a cui non si può soprassedere in nessun settore, dalle scelte che ognuno di noi compie nella sua quotidianità alle aziende, indipendentemente dal loro ambito di appartenenza. L’edilizia non può ovviamente restare a guardare nella realizzazione delle costruzioni più moderne, ma anche nell’introduzione di alcune modifiche che possono riguardare le realtà che hanno già qualche decennio di vita alle spalle.

A Roma si è deciso però di fare un passo ulteriore attraverso la creazione di Urban District, destinato a passare alla storia come il complesso residenziale più sostenibile tra quelli presenti nella capitale. Gli obiettivi che si vogliono raggiungere sono diversi e tutti altrettanto importanti, tra questi c’è certamente il basso impatto ambientale, ma senza trascurare il benessere dei cittadini e un risparmio economico che risulterà essere tangibile del tempo.
La nascita di Urban District a Roma: le caratteristiche
Ma quali sono le caratteristiche tipiche di Urban District che permetteranno a questo complesso di essere un esempio a cui i costruttori potranno ispirarsi? Come rivelato da LaPresse, la struttura si troverà a Roma, in zona Città Verde, e potrà essere riconosciuta perché vuole essere “la prima e più importante esperienza in Italia di edilizia residenziale inclusiva e sostenibile” e quindi della nostra capitale.
A curarne nel dettaglio la realizzazione è Alessandro Guglielmi, architetto dell’impresa ‘La Leva’ e founder di Città Verde, che ha voluto pensare a ogni aspetto, sottolineando l’intento di non creare solo alcune residenze, ma di puntare a un ecosistema urbano che non mettesse in secondo piano aspetti altrettanto importanti per chi decide di viverci, ovvero il benessere a 360 gradi, comprendente un miglioramento della qualità della vita, un abbassamento delle spese da sostenere e la prossimità.

Urban District si trova nella Zona Sud di Roma, tra la Laurentina e la Cecchignola, e vedrà la presenza di 225 unità residenziali, in grado quindi di ospitare centinaia di persone, anche con esigenze differenti tra loro. Si è scelto infatti di puntare sulla versatilità, permettendo scegliere tra bilocali e trilocali, a cui si aggiungono appartamenti combinati che potranno avere una superficie più ampie se qualcuno ne manifesterà il bisogno. Complessivamente ci saranno ben 4.500 metri quadrati di spazi commerciali con negozi di vicinato di ogni tipo, dalla farmacia al bar, ma senza dimenticare tabaccai e altre attività, così da promuovere al massimo il concetto di economia circolare.
È però necessario attendere per chi è curioso di sapere come sarà, la dead line di fine costruzione è infatti fissata per il 2027, ritenuto il tempo necessario per portare a termine un lavoro all’altezza delle aspettative di tutti. “Abbiamo creduto sin dall’inizio nella possibilità di trasformare questo quadrante della città in un sistema urbano moderno, accessibile e integrato – sono le parole di Guglielmi -. Il tassello finale della struttura è rappresentato dalla galleria commerciale, che si troverà al piano strada”.

L’investimento sostenuto è di 40 milioni di euro, destinati però generare un valore immobiliare e infrastrutturale stimato in circa 80 milioni. I curatori hanno già ben chiaro in mente di ottenere due certificazioni importanti, la Gbc (Green building council) home e Gbc quartieri, la prima è già arrivata per tre edifici dello smart district, il comparto che ha appena finito di costruire.
Si tratta inoltre di una soluzione che rispecchierà appieno, anche con largo anticipo, la direttiva Case Green, 80% di fabbisogno energetico prodotto da fonti rinnovabili, 111.600 Kg di emissioni di carbonio evitate ogni anno, 30% di riduzione del fabbisogno energetico, 57% di risparmio idrico annuale, 70% di rifiuti da costruzione riciclati, 30% di materiali edilizi con alto contenuto riciclato, 70% di superfici esterne con alto indice di riflessione solare, 55% di superficie esterna destinata a verde pubblico. I costruttori hanno inoltre deciso coscientemente di rinunciare parte della marginalità così da permettere a un maggior numero di persone di poter abitare nella zona.