Tuvixeddu, la necropoli più antica del Mediterraneo: si trova in Sardegna e visitarla ti lascerà senza fiato

Immagina di visitare la più grande necropoli punica del Mediterraneo. E soprattutto immagina di averla a due passi da te.

Il parco archeologico di Tuvixeddu è la necropoli punica più grande del Mediterraneo e visitarlo ti farà rimanere a bocca aperta. Ti sembrerà di sentire l’atmosfera del passato, dal neolitico all’Impero Romano.

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Tuvixeddu, la necropoli più antica del Mediterraneo: si trova in Sardegna e visitarla ti lascerà senza fiato – chieseromanichesardegna.it

Una distesa di gallerie nella roccia calcarea, incastonata tra i quartieri moderni di Cagliari: Qui sono custoditi secoli di storia e cultura. Il colle di Tuvixeddu, il cui nome deriva da tuvu (piccolo foro), è la necropoli punica più vasta dell’intero bacino mediterraneo, un luogo dove la città dei morti ha preceduto quella dei vivi.

Il colle ha un’estensione di oltre 18 ettari ed è uno dei sette colli storici di Cagliari. Qui, tra il VI e il III secolo a.C., i Cartaginesi seppellirono i loro defunti, costruendo circa mille tombe, successivamente riutilizzate anche in epoca romana. Le sepolture, scavate verticalmente nella roccia con una profondità fino a 11 metri, erano accessibili attraverso pedarole, ovvero piccoli incavi laterali scavati a mano per facilitare la discesa. Le camere funerarie venivano poi sigillate con lastre di pietra e ricoperte di terra per proteggere corpi e corredi.

Parco archeologico di Tuvixeddu: un posto da brividi ma da visitare assolutamente

Gioielli, armi, ceramiche, amuleti, maschere e persino uova di struzzo decorate sono tra gli straordinari oggetti recuperati negli scavi, oggi custoditi al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.

Scavi antichi
Parco archeologico di Tuvixeddu: un posto da brividi ma da visitare assolutamente – Chieseromanichesardegna.it

Alcune tombe puniche sono decorate con affreschi unici nel mondo fenicio-punico, e spiccano tombe celebri come: la tomba del Sid, con una divinità sardo-punica simile a quella del tempio di Antas. La tomba dell’Ureo, con il simbolo egizio del serpente alato. La tomba del Combattente, che ritrae un guerriero in atto di lanciare una freccia.

Nel periodo romano, la necropoli fu ampliata verso viale Sant’Avendrace e nacquero così ad arcosolio, colombari e mausolei. La più nota è il sepolcro di Atilia Pomptilla, noto anche come grotta della Vipera, un monumento funebre scolpito nel II secolo d.C. dal marito Lucio Cassio Filippo, che dedicò la propria vita in voto agli dei per salvare la sua amata. Il monumento conserva iscrizioni in greco e latino e due serpenti scolpiti, simbolo del genius del defunto.

Durante la seconda guerra mondiale, le necropoli vennero usate come rifugi antiaerei, e nel dopoguerra divennero dimora per sfollati e senzatetto. Nel Novecento, il colle fu devastato da attività edilizie: la cementeria, attiva fino agli anni Ottanta, ha distrutto decine di tombe e provocato danni irreversibili all’area archeologica, aggravati da saccheggi e tombaroli.

Eppure, qualche segno della vita del secolo scorso resta: come villa Mulas, elegante residenza in stile liberty sopravvissuta tra le cicatrici del passato. Tuvixeddu è stato aperto al pubblico nel 1997 in occasione della prima edizione di Monumenti Aperti, e dal 2014 è visitabile tutto l’anno come parco archeologico e naturalistico.

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