Osservandola dall’esterno potrebbe sembrare una torta, invece è decisamente pù appetitosa, ecco qual è la ricetta che devi assolutamente provare in Sardegna.
Voler provare le ricette tipiche dei posti in cui si troviamo può essere un’occasione da sfruttare, chi ha già scelto la Sardegna come meta delle proprie vacanze sarà quindi certamente interessato a sapere cosa potrà trovare una volta arrivato sul posto. La varietà non manca, ma se si vuole puntare sul gusto alla lista non potrà mancare qualcosa che apparentemente può sembrare una torta, ma che è in realtà è tutt’altro.

Già osservandone l’aspetto la voglia di assaggiare può essere tanta, esattamente come accade quando si è arrivati alla fase conclusiva di un pasto, mentre si tratta di un piatto che è ideale per chi ama le cose saporite e gustose. Raramente potrà non piacere, anzi sono in tanti a voler poi continuare a mangiarla anche una volta concluso il periodo in villeggiatura una volta fatto ritorno a casa.
Vai in Sardegna? Non è una torta ma è buonissima
Si avvicina il periodo in cui in tanti partiranno per le vacanze, molti anche quest’anno hanno optato per la Sardegna, per questo sarà naturale provare alcuni piatti tipici. Solo in questo modo ci si immergerà appieno nell’atmosfera del luogo. Tra quelli che diventano irresisiibli dopo il primo assaggio c’è una ricetta che forse non è conosciuta da tutti, ma che può apparire invitante già per il suo aspetto essendo simile a una torta.
Non si tratta, però, di niente di dolce, è bene precisarlo. Il riferimento è alla panada, in dialetto “sa panada”, considerata un simbolo per la regione grazie alla sua tradizione antichissima. Si deve infatti risalire addirittura all’età de bronzo per collocare la sua nascita, in piena epoca nuragica, in concomitanza con alcune delle costruzioni storiche che troviamo ancora adesso sull’isola e che sono meta dei turisti.

Nella prima fase la panada consumata come “recipiente di pasta” ripieno di uva passa e carne d’agnello ed era considerata qualcosa di imprescindibile per i pastori, alcuni dei quali amavano la versione con la carne di anguilla. Il termine attuale è arrivato però solo nel XV secolo, quando si è deciso di ispirarsi all’empanada spagnola, del resto è in quella fase che la Sardegna era stata invasa dagli spagnoli. Succesivamente a quest’epoca si è poi trasformata in qualcosa che deve esserci assolutamente a tavola nelle giornate di festa.
Esistono comunque diverse varianti della ricetta che possono essere differenti da zona a zona, anche se quella in assoluto più classica è quella asseminese. Questa si caratterizza per la sua forma rotonda, come una torta appunto, ma con l’aspetto generale che può ricordare una pentola a pressione, avendo appunto un coperchio di pasta sfoglia che ricorda un coperchio. Il ripieno deve essere crudo e in genere prevede un condimento con anguille o carne di agnello condite con patate o carciofi, pomodori secchi e olio extravergine d’oliva. Non ci sono comunque schemi fissi, a volte c’è chi ama cambiare puntando anche su prodotti tipici della stagione.
Visualizza questo post su Instagram
Prepararla è semplice, meglio ancora se si ha un forno a legna. Si parte con a base del disco in pasta sfoglia da inserire in una teglia, per poi alzare i bordi inserendo olio, sale, pepe, prezzemolo o aglio. Nel frattempo, si deve mettere il primo strato con patate o verdure, anguille o carne d’agnello sopra i condimenti. A questo punto si chiude con il coperchio di pasta sfoglia, prima di infornarla a 180/190 gradi per almeno 90 minuti. Chi la vuole ancora più saporita stende un velo di strutto di maiale così da conferirle maggiore lucentezza.