Sardegna, non solo spiagge e mare: musica, canti e balli, rappresentano il cuore pulsante di questa incredibile terra

Se pensate che una vacanza in Sardegna sia solo relax, mare meraviglioso e paesaggi mozzafiato, vi sbagliate.

La Sardegna è tutto questo ma è anche molto di più. Entrare nelle tradizione dell’isola sarà un’esperienza entusiasmante che arricchirà la vostra permanenza. E che vi farà tornare.

balli sardi
Sardegna, non solo spiagge e mare: musica, canti e balli, rappresentano il cuore pulsante di questa incredibile terra – chieseromanichesardegna.it

La Sardegna è da visitare in toto. Molti la scelgono per il mare tra i più belli dell’intero Mediterraneo, altri per le escursioni tra i resti di imperi passati, altri ancora per la sua mondanità, in zone specifiche dell’isola. Ma la Sardegna racconta anche le sue tradizioni, e lo fa attraverso il folclore. Ogni anno, anche nel periodo estivo, potete immergervi nella storia sarda attraverso manifestazioni organizzate un po’ ovunque.

La Sardegna custodisce un patrimonio musicale unico e millenario radicato nelle comunità locali, scoprirlo sarà una sorpresa indimenticabile. Una tradizione, quella sarda, che affonda le sue radici nei secoli e che, ancora oggi, vive grazie alla pratica quotidiana e alla celebrazione di riti religiosi e popolari. La musica sarda, sia cantata che strumentale, non è mai stata semplice intrattenimento, ma espressione dell’identità culturale dei singoli territori e della collettività. Seguiteci e rimarrete estasiati.

La Sardegna non è solo meraviglioso mare: entrate con noi nelle sue tradizioni

Tra le tradizioni più caratteristiche, spicca il canto a tenore, polifonia vocale eseguita a cappella da quattro cantori che interpretano ognuno una parte precisa: sa boghe, il solista che guida l’esecuzione; sa contra e su bassu: all’unisono producono suoni gutturali di accompagnamento.

costume sardo
La Sardegna non è solo meraviglioso mare: entrate con noi nelle sue tradizioni – chieseromanichesardegna.it\\

Questo canto, riconosciuto nel 2005 come Patrimonio orale e immateriale dell’Umanità dall’Unesco, è fortemente radicato nelle aree centrali dell’isola, in particolare nella Barbagia, nel Marghine, nella Baronia e in Alta Ogliastra. Nel nord dell’isola, in particolare tra Logudoro e Gallura, si può vivere il cantu a chiterra, forma vocale accompagnata dalla chitarra, talvolta anche dalla fisarmonica, che ha origini nell’influenza musicale aragonesa e spagnola.

Le varianti più note sono su Mutu, la Corsicana, la Nuoresa e la Tempiesina, eseguite da cantadores durante le feste paesane in appassionate gare canore che attirano ancora oggi numerosi spettatori. Tra gli strumenti tradizionali sardi, il più rappresentativo è sa launedda, un aerofono a tre canne di origine nuragica, ancora oggi suonato in processioni e danze.

Molto diffuso anche l’organetto diatonico, o organittu, protagonista indiscusso del ballo tondo, la danza popolare più rappresentativa dell’isola, in cui i danzatori si muovono in cerchio al ritmo della musica. Questo strumento è centrale nelle feste paesane, religiose e nei raduni folklorici.

Durante i riti della Settimana Santa, trovano spazio strumenti rituali come is zaccareddas e is matraccas, il cui rumore ricorda le offese subite da Cristo. Il ballo tondo, simbolo della coralità sarda, viene eseguito durante le festività accompagnato da canto a tenore o strumenti. I ballerini, spesso in costume tradizionale, formano un cerchio e si muovono in passi cadenzati.

Gestione cookie