Sardegna, l’altra faccia della vacanza: non è tutto oro quello che luccica, cosa sta accadendo

Ci sono solo aspetti positivi quando si decide di programmare una vacanza in Sardegna? Forse no, c’è qualcosa a cui in pochi potrebbero avere pensato.

La vita che molti di noi si trovano a condurre è spesso stressante e lascia davvero poco tempo libero, per questo quando si decide di organizzare una vacanza si desidera che sia perfetta o quasi. Questa è un po’ la percezione che molti hanno quando scelgono come meta la Sardegna, dove c’è un mare che ci invidiano in tanti e che è scelto anche da persone provenienti dall’estero.

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Siamo sicuri che una vacanza in Sardegna abbia solo aspetti positivi? – Chieseromanichesardegna.it

A volte i costi da sostenere possono essere non abbordabili per tutti, ma con una ricerca minuziosa è possibile trovare qualcosa che faccia al caso proprio. In realtà, c’è un aspetto a cui forse non tutti potrebbero avere pensato e che potrebbe rendere questa esperienza più amara del previsto, saperlo può essere importante, specialmente se si è ancora indecisi su cosa fare tra poche settimane.

Vacanza in Sardegna? Una brutta sorpresa ti aspetta

Pensare che si possa essere alle prese con una brutta sorpresa dopo avere prenotato una vacanza in Sardegna può sembrare strano. E’ raro trovare qualcuno che non ammiri l’isola e che non resti incantato dal panorama che può trovarsi di fronte una volta arrivato sul posto. E invece è proprio quello che potrebbe accadere.

Non si tratta però di qualcosa legato a un hotel che non rispetta le caratteristiche promesse o di qualcosa di simile, ma di un aspetto che possiamo definire collaterale e che rischia di far diventare amaro questo viaggio. Il riferimento è alla tassa di soggiorno, che viene istituita ormai da un numero sempre maggiore di Comuni, in modo particolare quelli che sono considerati ideali per una villeggiatura per trarre profitto da chi sceglie di passare almeno un periodo sul territorio.

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In Sardegna la tassa di soggiorno è davvero cara – Chieseromanichesardegna.it

A parlare chiaro anche in questo ambito sono i numeri, che rappresentano una cartina al tornasole importante. Nel 2024 questa imposta ha permesso di incassare a livello nazionale 1 miliardo 24 milioni di euro, in Sardegna si è invece arrivati a 30 milioni 21 mila euro (+19% rispetto all’anno precedente), con una previsione di quasi 35 milioni totali per il 2025.

A preoccupare maggiormente è l’aumento che riguarda questa voce di spesa e che sembra essere costante. L’incasso della Sardegna ottenuto l’anno scorso risulta infatti essere superiore rispetto a quello di soli 12 mesi prima, quando si era arrivati a 25 milioni 217mila euro.

La palma di Comune con il maggiore incasso spetta a Olbia, pari a 3 milioni 274mila euro (+21,3%), seguita da Alghero che, con 3 milioni di euro (+27%), supera Arzachena, ferma a 2 milioni 761mila euro (+3,8%). Elevati anche i guadagni di Palau e Villasimius, pari a oltre 2 milioni di euro, mentre San Teodoro è a quota 1,8 milioni di euro.

A generare disagio nei vacanzieri non è solo la spesa da sostenere, ma anche il non avere alcuna certezza su come vengano utilizzati i fondi. Sulla base di quanto sembra, infatti, sono davvero pochi Comuni che scelgono di sfruttarli per migliorare il turismo, che ha inevitabilmente una grande importanza per l’economia locale.

Eppure la legge a riguardo non ammette repliche: secondo l’articolo 4 del D.lgs. 14 marzo 2011 n. 23, gli incassi devono finanziare interventi in materia di turismo, compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, oltre a interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali.

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