La Chiesa sopravvissuta al terremoto più pericoloso del Novecento è una tappa amata dagli amanti della storia.
Tradizione e edifici belli da ammirare nella loro essenza, la Chiesa sopravvissuta al terremoto è speciale. Testimonianza diretta del un percorso unico di questa città, anche perché non è molto conosciuta.

I terremoti sono spaventosi, per quanto si cerchi di prevederli, rimangono comunque fenomeni fuori dalla portata del controllo umano. La Terra si muove da sempre, e se oggi è per come la conosciamo, è proprio grazie alla sua inattesa danza. Il Giappone si è fatto promotore di edifici con “molle” per sopravvivervi, dato che sono all’ordine del giorno.
Ma la Chiesa di cui stiamo parlando, la quale è sopravvissuta a uno dei cataclismi più terrificanti della storia, ai tempi non conosceva queste tecniche. Soprattutto non avrebbe mai potuto immaginare che al terremoto terrestre ne subentrasse un altro via mare.
La Chiesa sopravvissuta al terremoto, è unica e si trova qui
Non c’è una Regione italiana totalmente estranea ai terremoti, ma alcune aree ne sono maggiormente colpite. La Sicilia e la Costa Meridionale della Calabria ne sanno qualcosa.

La mattina del 28 dicembre del 1908 il gallo non ha annunciato il buongiorno come sempre nelle città di Messina e Reggio Calabria. Alle ore ore 5,20 un boato ha squarciato il suono: il sisma magnitudo 7.1 ha distrutto per intero la città di Messina, con conseguenze anche per Reggio.
Gli abitanti terrorizzati si avvicinarono al mare, non sapendo che al ritiro delle acque, potesse arrivare il violento maremoto. Una città rasa al suolo, oggi costruita su macerie. La Chiesa dei Catalani è sopravvissuta a tutto questo, anzi è stata rinvenuta in seguito al terremoto!
Si trova nel centro città di Messina, ed è posta più in basso del piano stradale, perché ciò corrisponde alla sua posizione del tempo. Mentre gli edifici che per secoli l’avevano coperta crollano, lei è rimasta in piedi, risorgendo. Ciò accadde perché nel corso del tempo costruzioni e stucchi l’avevano “celata”.
Costruita tra il 1150 e il 1200 sui resti di un tempio in origine pagana durante il regno di Guglielmo II, è di straordinaria bellezza con le sue tarsie policrome e geometrie arabe.
Nel 1271 è stata sede dei Domenicani, poi dei Teatini e degli Aragonesi, questi ultimi ne fecero una Cappella reale. Nel Trecento fu inglobata all’ospedale dei Trovatelli, e fu allora che si accumularono degli edifici intorno coprendola.
Il nome deriva dalla Confraternita dei Catalani, commercianti dalla Catalogna che la gestirono per secoli. Nel 1908 riaffiorano gli archi a tutto sesto, i motivi arabeggianti, e il crocifisso ligneo del XV secolo che andato perduto durante il terremoto, è stato poi ritrovato!
Senza dimenticare l’iconografia bizantina della Madonna della scala del 1167 coperta da una manta di argento e oro, e la pregiata tela seicentesca con raffigurata la Madonna. Un edificio che oggi si ha la fortuna di vedere, anche solo di passaggio, in una città dal valore storico unico.