La storia che va oltre il lusso, o è proprio questo il surplus che rende Porto Cervo ancora più un luogo d’élite?
Di località come Porto Cervo se ne conoscono solo gli aspetti più “commerciali”, invece ha una storia mitica che lo rende lo “Smeraldo” più prezioso della Costa. Perché ha questo nome?

Porto Cervo è un simbolo del turismo d’élite sardo e internazionale. Ci sono acque del color della gemma con yatch, ma c’è anche una storia unica.
Spopola negli anni Sessanta, ma prima era noto come “Monti di Mol” o “porto grande” dal dialetto “Poltu mannu”. La selvaggia Gallura è stata trasformata in una zona esclusiva. Nel 1962, il principe Karim Aga Khan IV, estasiato, ne acquistò diversi terreni, protagonisti di un progetto che avrebbe modificato una volta per tutte il volto della Sardegna Nord-orientale.
Nel progetto, l’idea di inglobare il paesaggio in un’architettura armoniosa. Inizialmente si fece aiutare da uno scenografo, il franco-svizzero Jacques Couelle. Ma fu poi la mano dell’architetto Luigi Vietti a trasformare gli schizzi di Couelle in progetti concreti, dando il nome “Costa Smeralda”. Nel ’67 si unì Michele Busiri Vici, realizzando la Chiesa “Stella Maris”, un albergo e diverse ville.
Il risultato è una “sinossi” della bellezza mediterranea con elementi dell’architettura pugliese, sicula, di Capri e della Costiera Amalfitana, ancora delle isole Cicladi Greche e le influenze provenzali, andaluse e magrebine. I toni richiamano la natura circostante anche grazie all’impiego della pietra di Gallura.
L’unicità di Porto Cervo, consigli pratici per visitare il luogo
Dalla passeggiata sul molo alla Villa Cerbiatta, una delle prime costruzioni, alla chiesa Stella Maris sopracitata. Anche lo Yatch club fondato nel 1967 è un punto di riferimento per la nautica internazionale. Scegliere maggio, giugno e settembre per andarci. Evitare l’alta stagione di luglio e agosto è un buon consiglio, ma non il solo.

Il clima è mediterraneo, l’area è soggetta al maestrale, un vento che può soffiare con forte intensità per chi non ci è abituato. Per dormire ci sono resort di lusso, Bed & Breakfast a conduzione familiare, o residence e appartamenti turistici. Ci sono opzioni per tutti.
Per il cibo, l’agriturismo nell’entroterra è una valida opzione per chi desidera assaporare i gusti della tradizione gallurese, ma anche le trattorie di pesce con il pescato del giorno sono eccellenti. Fregole con arselle, il porceddu, i culurgiones, dolci con ricotta e miele, e la stessa zuppa gallurese. San Pantaleo o Luogosanto sono due paesini in cui assaporare i piatti della tradizione a prezzi accessibili.
Per arrivarci si può prendere l’aereo e atterrare a Olbia-Costa Smeralda. Non mancano auto a noleggio, taxi, e servizi di navetta proposti dagli Hotel. Ma si può raggiungere anche dal mare essendo uno dei porti turistici più attrezzati.
Spiagge rinomate sono: Principe, Poltu di li Cogghj, Cala Granu, Liscia Ruja, Romazzino, Capriccioli e La Celvia. Infine, anche la movida è una garanzia.
Ma qual è il significato ultimo del nome “Porto Cervo”? Facile, deriva dalla forma del suo porto naturale, che ricorda le corna di un cervo!