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Pensioni: ecco quanto prenderai ogni mese se lavori per 40 anni

Ce lo siamo chiesti tutti, almeno qualche volta: ma dopo aver lavorato una vita, quanto prenderemo di pensione? La risposta vi stupirà.

Che le pensioni italiane, attualmente, siano tra le più basse in Europa non è un mistero: lo sappiamo da tempo e ce ne siamo anche fatti una ragione. Il problema non è nemmeno l’importo in sé ma il fatto che siano del tutto inadeguate rispetto al costo della vita che continua a salire.

Pensioni: ecco quanto prenderai ogni mese se lavori per 40 anni -(foto Ansa)- chieseromanichesardegna.it

Ragione per la quale sempre più pensionati, ogni anno, emigrano in Paesi dove il costo della vita è molto più sostenibile e dove le pensioni sono tassate meno o non sono tassate per niente. Chi, invece, dalla pensione è ancora piuttosto distante – gli attuali 35-40-45enni – si chiede spesso a quanto ammonterà, un giorno, l’assegno dell’Inps.

Nella prospettiva che, a breve, i requisiti per accedere alla pensione potrebbero aumentare ancora, è lecito chiedersi se vale davvero la pena passare 40 anni della propria vita in un ufficio o in una fabbrica. Considerando che lo stipendio medio in Italia oggi si aggira intorno ai 1500 euro lordi, quanto prenderà una persona che ha lavorato per 40 anni?

Hai lavorato per 40 anni? Ecco quanto prenderai di pensione

Le pensioni sono il cruccio più grande per chi vive in Italia: un campo pieno di insidie su cui se si fa un passo avanti si rischia di doverne poi fare due indietro. Ma la domanda che molti di noi si pongono riguarda l’importo delle future pensioni considerando che gli stipendi non crescono da anni.

Hai lavorato per 40 anni? Ecco quanto prenderai di pensione/chieseromanichesardegna.it

Il modo di calcolare le pensioni, come tutti sapremo, è cambiato a partire dal 1996. Fino al 1995 gli assegni previdenziali venivano calcolati con il sistema retributivo che teneva conto della media degli stipendi degli ultimi anni di un lavoratore. Pertanto se un lavoratore aveva uno stipendio alto, avrebbe avuto anche una pensione piuttosto alta: magari non uguale al 100% dello stipendio ma molto vicina.

Questo sistema di calcolo, però, era troppo dispendioso per le casse dell’Inps e, allora, con la riforma Dini, a partire dal 1996 è stato introdotto il sistema di calcolo contributivo il quale non tiene minimamente conto degli stipendi ma solo dei contributi versati e dell’età a cui un lavoratore va in pensione. Chi ha contributi versati sia prima che dopo il 1996 avrà una pensione calcolata in modo misto.

Chi, invece, ha iniziato a versare i contributi dal 1996 in avanti avrà una pensione interamente calcolata con il sistema contributivo. Pertanto chi oggi ha 35-40-45 anni avrà una pensione interamente contributiva. Prendiamo l’esempio di una persona che oggi ha 40 anni e uno stipendio lordo di 1500 euro al mese. Supponiamo che costui andrà in pensione a 67 anni dopo aver lavorato per 40 anni.

Un dipendente ogni mese – tra la sua quota e quella che spetta al datore di lavoro – versa all’Inps il 33% di contributi. Il 33% di 1500 euro dà come risultato 495: dunque questo lavoratore ogni mese versa nelle casse dell’Inps 495 euro. In un anno il montante contributivo sarà di 6435 euro (tenendo conto anche della tredicesima mensilità). Pertanto in 40 anni questo lavoratore avrà accumulato un montante contributivo pari a 257.400 euro.

Ecco quanto prenderai di pensione dopo 40 anni di lavoro/chieseromanichesardegna.it

Ora si apre un’incognita: i coefficienti di trasformazione. Già perché ogni due anni vengono aggiornati. Poniamo il caso che quando questo lavoratore andrà in pensione il coefficiente sia lo stesso di quest’anno e cioè 5,698% per chi esce dal lavoro a 67 anni. Moltiplicando il montante contributivo del lavoratore per questo numero otterremo l’importo totale della sua pensione che poi dovrà essere suddivisa per 13 mensilità.

Pertanto, calcolatrice alla mano, un lavoratore che va in pensione a 67 anni, dopo aver lavorato per 40 anni con uno stipendio lordo di 1500 euro al mese e un assegno calcolato con il sistema contributivo, a fine carriera si troverà con un assegno mensile di 1294 euro.

Samanta Airoldi

Sono Samanta, sono nata a Genova ma vivo a Milano da molti anni. Ho conseguito Laurea specialistica e Dottorato in Filosofia Politica e svolgo il lavoro di redattrice dal 2015. Ho pubblicato alcuni libri di Filosofia Politica in chiave "pop" e, nel corso di questi anni, ho lavorato per diversi blog. Mi sono sempre occupata, principalmente, di Politica ed Economia ma, talvolta, anche di lifestyle, benessere e alimentazione vegana essendo io stessa vegana. Le mie passioni principali sono proprio la Politica e l'Economia ma mi interessa anche il settore del benessere.

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