Pensioni: arriva il nuovo aumento ma prescinde dai contributi. Prendo i soldi ma non è giusto

A prescindere dai contributi versati negli anni, adesso puoi beneficiare di un aumento del tuo trattamento pensionistico: scopri subito come

Luglio è già quasi finito, così come l’estate. Manca poco più di un mese, dopodiché tornerà settembre con i suoi buoni propositi e con le sue speranze. Ma quella del 2025 è un’estate particolare, speciale: grazie a una recentissima sentenza della Corte Costituzionale, dal mese corrente entrerà in vigore un aumento delle pensioni che prescinde dai contributi.

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Le vacanze ancora non sono finite e c’è ancora tempo per prenotare, adesso è il tuo momento, devi sfruttare questa novità storica appena introdotta prima che sia troppo tardi. Ecco quindi spiegato tutto quello che devi fare per capire come percepire l’aumento stabilito dalla Consulta: scopriamo subito se possiedi tutti i requisiti necessari per poter godere dell’aumento delle pensioni.

Fino a poco prima della sentenza della Corte Costituzionale soltanto chi aveva contributi versati prima del 1996 poteva ottenere l’integrazione al minimo: da adesso cambia tutto.

Maxi aumento pensioni: una novità choc

Adesso anche chi ha contributi solo dal 1996 in poi (dal regime contributivo puro) ha diritto all’aumento, purché siano rispettati tutti i requisiti di reddito previsti dalla nuova normativa. Purtroppo occorre subito fare una precisazione dovuta, questa decisione della Corte Costituzionale guarda solo in avanti, non opera indietro nel tempo: in gergo giuridico si dice che non è retroattiva, quando una normativa o una sentenza non valgono prima di un certo momento.

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Con riferimento a quanto stabilito dalla Consulta, infatti, l’aumento purtroppo non è previsto per gli assegni liquidati prima del giorno della pubblicazione della sentenza in Gazzetta Ufficiale. Ma cerchiamo di capire meglio insieme quali sono i requisiti essenziali per poterlo sfruttare.

L’aumento di cui si discorre riguarda chi percepisce l’assegno ordinario di invalidità: nessun assegno, dal luglio 2025, potrà essere inferiore a 603,40 euro al mese. Si tratta di un cambiamento avvenuto grazie alla sentenza n. 94/2025 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittima la norma che escludeva dal diritto all’integrazione al minimo i titolari di assegno di invalidità calcolato interamente con il sistema contributivo (cioè chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995).

Come si diceva poc’anzi, l’importo minimo garantito di 603,40 euro vale soltanto per tutti i nuovi assegni di invalidità liquidati dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza in Gazzetta Ufficiale. Chi ha percepito meno in passato non riceverà alcun arretrato, l’aumento opera solo nel futuro. Perché ciò avvenga il reddito personale annuo non deve superare i 7844,20 euro.

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