Milis, Chiesa di San Paolo

Narrazione:

La bicromia, una delle caratteristiche più affascinanti dello stile romanico, rappresenta certamente un elemento di grande effetto estetico che resta a lungo impresso nella memoria di chi lo può ammirare.

Tra i luoghi di culto sardi realizzati con questa tecnica va annoverata la splendida chiesa di San Paolo, l’originale parrocchiale di Milis, prima della sostituzione con l'attuale San Sebastiano. 

Il "Condaghe di Santa Maria di Bonarcado" (XII-XIII secolo) ci offre testimonianza del titolo di "sanctu Paulu de Miìli". L’impiego di differenti materiali (vulcaniti, basalti, calcari e tufo verdognolo) e la discontinuità della tecnica di costruzione appaiono indizi eloquenti dell’impiego di maestranze diverse per la sua edificazione. 

Le prime sembrano individuabili nelle stesse che operarono al cantiere della cattedrale di Santa Giusta, attive intorno alla metà del XII secolo. A loro si attribuiscono sia l'impianto sia il telaio strutturale, che è caratterizzato da larghe paraste angolari e dallo zoccolo a scarpa che corre lungo tutto il perimetro.

In seguito entrarono in gioco maestranze che operavano in Arborea nel primo quarto del XIII secolo a cui sono attribuibili le parti in opera bicroma di basalto e calcare dorato. L’edificio ha pianta longitudinale a croce "commissa" e abside a sud est. 

Un corpo estraneo al perimetro cruciforme si innesta, sul lato nord-est, al braccio del transetto e lungo la navata principale. L’aula presenta una copertura a capriate lignee nella navata centrale e a crociera nel transetto e nel vano nord-est.

La facciata è ripartita, con i pilastri angolari, in tre specchi conclusi da arcate modanate a tutto sesto e il suo aspetto slanciato è dato dalle due lesene ai lati del portale.

L’arcata centrale ospita un oculo modanato, quelle laterali rombi gradinati. 

In facciata si apre il portale con architrave timpanata e lunetta a tutto sesto. 

Tutto il perimetro della chiesa è segnato da una serie di archetti a tutto sesto modanati di diverse dimensioni, impostati su peducci lavorati, a loro volta liberi o gravanti su lesene o pilastri angolari.
Nell’accomiatarci dalla chiesa, sappiamo che la sensazione di forza, e al contempo di leggerezza, che sa infondere ci accompagnerà a lungo.

Bibliografia:

R. Delogu, L'architettura del Medioevo in Sardegna, Roma, La Libreria dello Stato, 1953, pp. 120;
R. Serra, La Sardegna, collana "Italia romanica", Milano, Jaca Book, 1989, pp. 367-368;
R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300, collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 98;
R. Coroneo-R. Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana "Patrimonio artistico italiano", Milano, Jaca Book, 2004, pp. 282-284;
R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico-culturali, Cagliari, AV; 2005, pp. 76-78.

Indirizzo:

via San Paolo, s.n.c. - 09070 Milis

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