Tra le rocce di granito e la macchia mediterranea della Gallura si “nasconde” Lu Brandali uno dei complessi nuragici più importanti della Sardegna settentrionale.
Lu Brandali è un sito archeologico che risale al XIV e X secolo a.C., uno spaccato che restituisce una testimonianza vivida della vita del tempo in uno scenario meraviglioso come quello della Gallura.

La Sardegna è una terra ricca di testimonianze nuragiche, sicuramente una delle più interessanti in assoluto è il complesso de Lu Brandali che si trova nel cuore della Gallura, siamo nella parte Settentrionale dell’isola.
Il nuraghe di Lu Brandali è un esempio di architettura mista, che combina elementi nuraghi a corridoio con quelli di thòlos. Il complesso è perfettamente integrato nel paesaggio, con le diverse torri di avvistamento che si mescolano alla macchia mediterranea e alle pietre granitiche tipiche della zona.
Sito archeologico Lu Brandali, testimonianza perfetta di un’epoca che fu
Le torri presenti nella zona sono anche la testimonianza dell’utilizzo che ne è stato fatto nel tempo; uno di queste fu trasformata in epoca medievale in fornace per la calce, mentre la torre centrale durante la Seconda Guerra Mondiale divenne punto di vedetta. È all’esterno delle mura però che si sviluppa il punto più importante del complesso: il villaggio nuragico.

Il villaggio è composto da una trentina di capanne circolari; gli scavi archeologici hanno poi portato alla luce un’intensa ed articolata vita quotidiana. I resti faunistici sono testimonianza di come si praticasse molto la pesca con ritrovamenti di murene, orate e persino una vertebra di zifio un cetaceo di medie dimensioni.
Sono poi state accertati i contatti tra la civiltà nuragica e quella micenea durante l’Età del Bronzo, grazie al ritrovamento di una zanna di cinghiale che apparteneva, secondo gli studiosi, ad un elmo miceneo.
Di particolare interesse, soprattutto visivo, è la Tomba dei Giganti (la foto in alto, ndr) che si trova nella parte sud-est del complesso. Si tratta di un monumento funerario costruito con grandi lastri di pieta che negli anni Ottanta, durante gli scavi, ha restituito una cinquantina di inumazioni. Un dato estremamente raro che ha permesso agli studiosi di ricostruire i dati demografici e rituali della comunità.
Infine, il sito ospita anche ripari sotto la roccia e tombe a tafone, ulteriore testimonianza di un uso continuativo ed articolato del territorio. Una perfetta testimonianza di tempi che furono e che oggi sono messi in risalto da importanti percorsi museali e turistici.