Le Chiese Romaniche di Sardegna sono simbolo di maestria artigianale medievale, ma anche luoghi che raccontano storie di tempi passati. Queste le 5 immancabili da visitare.
Luoghi di culto ovviamente ma non solo, perché le Chiese Romaniche di Sardegna sono anche, e forse soprattutto, luoghi ricchi di storia. Testimonianze di epoche passate che raccontano tanto di quel tempo ma anche del presente. In una regione come la Sardegna attraversata da Chiese di questo stile, ce ne sono almeno cinque non perdere.

La Sardegna è probabilmente la Regione italiana con il più alto numero di chiese romaniche; parliamo di uno stile architettonico che si è diffuso tra l’XI e il XIII secolo e che proprio sull’isola ha lasciato un’impronta indelebile, rappresentando per altro alcuni dei tesori meglio conservati della storia passata della Regione.
Non parliamo, quindi, solo di luoghi di culto ma di vere e proprie testimonianze dell’epoca medievale, della maestria degli artigiani dell’epoca. E se tante sono le Chiese Romaniche in Sardegna, ce ne sono almeno cinque che vale la pena di vistare.
Da Porto Torres a Silanus, le cinque Chiese Romaniche da non perdere in Sardegna
Questo tour non può che partire dalla Basilica di San Gavino a Porto Torres. Parliamo di una struttura maestosa che sorge sul Monte Agellu al centro della cittadina; l’attuale chiesa fu un tempo necropoli romana e paleocristiana, per questo all’interno della chiesa oltre agli affreschi è possibile ammirare i sarcofagi dei martiri. Lì intorno poi è possibile reperti archeologici -della basilica ci siamo occupati approfonditamente, per saperne di più si rimanda a questo link.

Altra tappa immancabile è la Chiesa di San Lussurioso a Fordongianus. L’edificio sorge su un luogo che la tradizione regionale associa ad un martirio avvenuto nel 304 d.C.; si tratta appunto del martirio di San Lussurioso venerato fin dal V secolo. Il complesso comprende, oltre la chiesa, anche una tomba, un percorso per i pellegrini e tracce dell’antica necropoli romana.
A Ghilarza si trova, invece, la Chiesa di San Pietro. Per la precisione è a Zuri piccola frazione che ha come edificio caratteristico proprio questa chiesa che si distingue per il colore rosso-ocra e per la roccia lavica con cui è realizzata.
Ci si deve spostare a Silanus poi per la Chiesa di Santa Sabina. L’origine della chiesa è probabilmente paleocristiana o bizantina, recenti lavori di rifacimento hanno portato alla luce però reperti archeologici che testimoniano la presenza di un villaggio nuragico e successivamente romano.
Infine a Serdiania si trova la Chiesa di Santa Maria di Sibiola. L’edifico sorge al centro di un falsopiano circondato da vigneti e oliveti. La costruzione risale al 1125 ed è realizzata in pietra arenaria a testimonianza della provenienza delle maestranze di Marsiglia.