Google fa un passo in avanti nella progettazione di robot in grado di funzionare autonomamente e diventare dei perfetti assistenti casalinghi: adesso il loro “cervello” funziona anche senza necessità di una connessione internet.
L’idea che un giorno la tecnologia avrebbe portato alla creazione di robot umanoidi – o meglio androidi – in grado di interfacciarsi con gli umani e aiutarli nei compiti più disparati esiste da tempo, ma fino a qualche anno fa sembrava più che altro uno scenario fantascientifico, qualcosa di lontano nel tempo.

Eppure la robotica da decenni fa passi da gigante e più di recente lo sviluppo impressionante di modelli di intelligenza artificiale basati sull’apprendimento iterativo e associativo avevano fatto comprendere che questo scenario non fosse poi così distante e fantasioso come si poteva pensare.
Da anni i giganti tech investono sullo sviluppo di robot finalizzati a vari compiti, ma in un primo momento questi avevano bisogno di un ausilio umano e adesso per larga parte sono collegati ad AI che necessitano il supporto del cloud per operare qualsiasi azione. Il collegamento a internet permette sicuramente una maggiore velocità di apprendimento e un controllo maggiore dei robot, ma ha anche degli svantaggi.
Se questi robot devono costantemente interfacciarsi con un sistema online che gli deve dare il via libera, i tempi d’azione sono molto lunghi, anche con le infrastrutture internet più moderne e veloci, inoltre la dipendenza da internet è un problema in caso di malfunzionamento dei server o down della rete.
Senza considerare il fatto che essendo sempre collegati al web potrebbero essere hackerati e utilizzati per diffondere dettagli privati dei loro proprietari, causando un problema di privacy ancora più grande di una manomissione di un account di qualsiasi tipo.
Google libera i suoi robot da internet: adesso funzionano autonomamente
Appare evidente che per una eventuale commercializzazione dei robot per utilizzi casalinghi e privati, l’essere always online è un grosso contro. Inoltre un dispositivo che deve velocizzare le task e rendere meno gravosi dei compiti bisogna che sia responsivo e che risponda ai comandi con grande celerità.

Al fine di migliorare la user experience, Google ha quindi deciso di installare Gemini sui propri robot e permettere alla sua AI di funzionare senza la necessità di essere online. I robot adesso apprendono dal mondo circostante e per insegnargli una task basta fargli vedere un procedimento dalle 50 alle 100 volte.
Inoltre hanno la capacità di associare i concetti già noti. Se viene detto ad un robot di fare un tiro a canestro, questo associa i termini palla e canestro collegandoli all’azione di tiro e dunque comprendendo in modo naturale ciò che gli viene chiesto di fare. Un’evoluzione davvero interessante e che ci avvicina al momento in cui i robot possono davvero diventare qualcosa di più che strumenti per le aziende.
Tanto più che non è solo Google che lavora a simili progetti, Nvidia ha sviluppato da tempo la piattaforma per robot umanoidi GR00T, la startup coreana RLWRLD sta investendo miliardi per la creazione di AI dedicate a robot umanoidi. Insomma il passo verso una società mista umani-robot è sempre più breve.