Perché la Chiesa di Santa Sabina e l’omonimo nuraghe hanno qualcosa in comune? La curiosità su questo luogo di culto davvero bellissimo e speciale.
L’estate è alle porte e, in tanti, già stanno pregustando la loro vacanza nelle splendide località balneari della Sardegna: con le sue spiagge da urlo e le sue meraviglie naturali, l’isola è sicuramente una delle mete preferite non soltanto in Italia, ma anche in tutta Europa.
Eppure, come ben sappiamo, la Sardegna non è soltanto mare: ormai da diverso tempo, con vari articoli di approfondimento, vi stiamo portando alla scoperta delle bellezze artisto-architettoniche della Sardegna, in particolar modo dell’eredità lasciata nell’isola dallo stile romanico.
Questa volta, l’attenzione è tutta per la Chiesa di Santa Sabina, visitabile a Silanus, in provincia di Nuoro: la sua storia si intreccia con quella dell’omonimo nuraghe per un motivo davvero particolarissimo: tutte le curiosità a riguardo, un fascino veramente unico.
L’origine della Chiesa di Santa Sabina va rintracciata probabilmente durante il periodo tardoantico o bizantino (nel primissimo periodo del cristianesimo), almeno da quanto suggerisce la pianta dell’edificio: successivamente, è stata effettuata una modifica decisiva nell’XI secolo, con la chiesa che fornisce diversi elementi agli esperti per studiare l’evoluzione delle pratiche di costruzione (nonché religiose) in Sardegna.
Proprio riguardo alla costruzione, e nello specifico al suo materiale, troviamo un collegamento con l’omonimo nuraghe, che si trova (sempre a Silanus) a pochi passi dalla chiesa: per la costruzione dell’edificio religioso, infatti, sono stati riutilizzati alcuni blocchi di pietra proprio del nuraghe. La combinazione di calcare e basalto conferisce alla Chiesa di Santa Sabina delle specifiche caratteristiche, sia strutturali che (come si vede ad occhio) estetiche.
Come sottolinea il sito fondazioneromanicosardegna.it, tra le particolarità della chiesa troviamo i due portali, il primo situato nella parte rotonda, mentre il secondo nella camera nord. Nel primo portale è presente un timpano decorato a semicerchio, mentre nel secondo si possono notare diversi blocchi in basalto utilizzati per la costruzione.
Nel suo insieme, la Chiesa di Santa Sabina è un perfetto esempio che testimonia la transizione tra due fasi della storia sarda, ovvero l’epoca nuragica e il Medioevo, essendo quindi un importante documento storico-architettonico ammirabile. Per quanto riguarda il nuraghe, invece, è visitabile nel complesso archeologico del Marghine, nel quale sono presenti anche un pozzo sacro e due tombe di Giganti. Senza dubbio, sia la chiesa che il nuraghe vanno visitati, entrando in un’atmosfera davvero magica.
La riforma del catasto introdurrà nuovi obblighi per gli italiani. Se non si conosceranno le…
Grande attesa per Il Paradiso delle Signore 10: presto si ritorna sul set con due…
Tra le cose più catastrofiche che potrebbero succederti mentre sei all'estero c'è questa: perdere la…
Come far tornare bianca la tavoletta del WC ingiallita: con questa crema 'pulente' fatta in…
Dimentica la classica frittata di patate, per cena prova altre meravigliose combinazioni di sapori. Ce…
Per avere una pelle bella e sana non è necessario spendere centinaia di euro in…