L’INPS sta chiedendo contributi extra a determinate categorie di lavoratori: scopri se rientri anche tu tra questi prima che sia troppo tardi
L’Italia è un paese che lascia quasi sempre senza parole chi lo visita e chi lo vive. Lo stupore, però, troppo spesso non è dettato solo dalla sua travolgente bellezza, ma anche e soprattutto dalle ingiustizie e dalle assurdità che ogni giorno si sentono. Il paese dei balocchi, come lo definiscono in molti quando raccontano il suo lato grottesco che non finisce mai di sorprendere.

Può capitare, infatti, che dopo anni di duro lavoro e di contributi versati, sia necessario ancora pagare altri soldi per poter godere finalmente della pensione, spesso anche molto esigua. Purtroppo è quello che sta capitando in questi giorni a causa di alcune variazioni regolamentari a moltissime categorie di lavoratori. Ecco quali sono: corri al riparo da queste ultime novità prima che sia tardi.
Potrebbe esserti capitato di aver pagato o di dover pagare contributi extra all’INPS senza essertene accorto. Ecco quindi cosa è necessario sapere per evitare di subire sanzioni amministrative per il ritardo nei pagamenti.
Quanto devi pagare all’INPS: tutti infuriati sui social
Le prime categorie di lavoratori coinvolti dalle variazioni sono gli artigiani e i commercianti. Per fortuna, però, per loro le aliquote contributive restano sostanzialmente le stesse: 24% per gli artigiani e il 24,48% per i commercianti. Nel caso di questi ultimi è compresa un’addizionale dello 0,48% per l’indennizzo cessazione attività. Il reddito minimale su cui si calcolano i contributi fissi aumenta ora a 18.555,00 euro per l’anno in corso.

Quindi i contributi fissi annuali saranno di 4.460,64 euro per gli artigiani e di 4.549,70 euro per i commercianti. Tuttavia entrambe le categorie possono godere di una riduzione del 50% dei contributi per i primi 36 mesi di attività per chi si iscrive per la prima volta alle rispettive gestioni nel 2025. Anche i pensionati over 65 possono ricevere una riduzione del 50% sui contributi previdenziali. Ma ora passiamo alle altre categorie, maggiormente vessate.
Chi è iscritto alla Gestione Separata INPS paga i contributi in base al tipo di attività svolta: Collaboratori e simili (es. co.co.co.): pagano il 33% del reddito imponibile. Liberi professionisti senza altra pensione: pagano il 25%. Liberi professionisti con un’altra pensione obbligatoria (es. cassa professionale): pagano il 24%.
Queste percentuali si applicano sul reddito dichiarato, con un minimo di €16.243 (sotto questa soglia non si maturano contributi pieni) e un massimo di €105.014 (oltre questa soglia non si pagano contributi aggiuntivi) per l’anno 2025. I lavoratori dipendenti, invece, continuano a versare i contributi con un’aliquota totale del 33%, di cui: il 23,81% è pagato dal datore, il 9,19% è trattenuto sulla busta paga del lavoratore. Per chi guadagna meno ci sono novità positive: un bonus per chi guadagna fino a 20.000 euro all’anno e detrazioni fiscali, ovvero sconti sulle tasse, per chi percepisce trai 20.000 e i 40.000 euro.