In pensione a 64 anni ma bisogna aspettare il 2026: ne vale la pena, ecco perché

C’è la possibilità di andare in pensione a 64 anni e non a 67 e il 2026 è molto più vicino di quanto pensiamo.

Il governo starebbe valutando la possibilità di potenziare le pensioni a 64 anni di età nel 2026, ma resterebbero alcuni vincoli e percorsi obbligati. Il condizionale è d’obbligo.

donna soddisfatta con tazza in mano guarda fuori dalla finestra e scritta 64
In pensione a 64 anni ma bisogna aspettare il 2026: ne vale la pena, ecco perché – chieseromanichesardegna.it

L’ultima proposta in tema di pensioni è del sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon, che ha lasciato immaginare una soluzione di uscita flessibile per le pensioni future. Ai lavoratori sarebbe richiesto un incremento dei contributi previdenziali e un aumento dell’importo minimo di pensione da raggiungere con i versamenti. Quali potrebbero essere le soluzioni sulle pensioni di cui potrebbe parlare il governo nel prossimo autunno quando si inizierà a discutere della legge di Bilancio 2026.

La prima novità potrebbe essere la mancata proroga sia della quota 103 che della misura delle lavoratrici, opzione donna. La quota 103, rivista più volte nel corso degli ultimi due anni, solo da poco è entrata nel computo delle pensioni calcolate interamente con il sistema contributivo puro.

Questo vuol dire che i lavoratori interessati a scegliere questa formula, si vedrebbero calcolare l’assegno mensile in base ai soli contributi versati nella vita lavorativa. Per chi invece ha contributi versati prima del 1995 si tratterebbe di rinunciare al sistema misto che assicura una pensione di importo più alto perché in parte calcolata con il sistema retributivo.

Pensione a 64 anni? Potrebbero sparire Quota 103 e Opzione donna

Non dovrebbe essere prorogata nemmeno opzione donna, dal 2023 diventata una misura quasi inaccessibile per via dei numerosi vincoli economici, sociali e contributivi che vengono richiesti alle lavoratrici.

pensionati scrivono con salvadanaio sul tavolo
Pensione a 64 anni? Potrebbero sparire Quota 103 e Opzione donna – chieseromanichesardegna.it

Il governo potrebbe puntare su una misura unica, in grado di sostituire i trattamenti in via di cancellazione e di assicurare la flessibilità in uscita, ma in cambio di qualche anno in più a lavoro. Il bonus chiamato Giorgetti, ex bonus Maroni lo dimostra: bonus che spettano a chi maturi la pensione a quota 103 ma decida di rimanere a lavoro o i premi per i lavoratori della Pubblica amministrazione che optino di rimandare la pensione.

L’età che dovrebbe mettere d’accordo le parti politiche e i sindacati è quella dei 64 anni, già attualmente soglia anagrafica minima della pensione anticipata di chi rientri nel sistema contributivo

Si tratterebbe di andare in pensione a 64 anni di età con almeno 25 anni di contributi versati purché l’importo della pensione sia pari ad almeno tre volte quello dell’assegno sociale. La novità rispetto alla misura in vigore attualmente è la possibilità di integrare i versamenti alla previdenza integrativa per maturare il requisito contributivo in maniera più semplice.

La proposta dovrebbe anticipare anche i successivi step di aumento dei requisiti. Dal 2030, infatti, l’importo dell’assegno di pensione dovrà essere di almeno 3,2 volte quello dell’assegno sociale, anche in virtù di un numero maggiore di contributi richiesti, pari ad almeno 30 anni.

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