In Sardegna il pane può trasformarsi in una scultura, a cui può essere difficile resistere per la sua bontà, ecco come si prepara e quali sono i suoi ingredienti.
Ognuno di noi può avere gusti differenti a tavola, ma ci sono degli alimenti che raramente possono mancare, a pranzo o a cena, segno evidente di come siano ritenuti imprescindibili da tutti. È il caso del pane, che tanti amano gustare dopo averlo acquistato fresco dal fornaio, per poi volerlo come contorno da accompagnare sia a un primo sia a un secondo.

Oltre alle versioni più tradizionali ne esistono altre varianti, con ingredienti particolari, che possono essere tipiche di alcune zone del nostro Paese, ma che è poi possibile provare ovunque. Se ci si trova in una regione in particolare sarebbe però un peccato non provarlo, ben sapendo come possa rispecchiare appieno la tradizione, come quello della Sardegna, che ricorda l’aspetto di una scultura.
Il pane della Sardegna che sembra una scultura: le caratteristiche
È sempre interessante conoscere le ricette tipiche di particolari regioni, questa può essere un’occasione per arricchire la propria cultura culinaria e magari scoprire sapori poco noti, ma che possono piacere non poco. Tutto questo può diventare più semplice quando si parla del pane, uno dei cibi tipici del nostro Paese, che iniziamo a mangiare sin da bambini, pur avendo magari una preferenza per una tipologia rispetto a un’altra.
Quello che viene fatto in Sardegna è davvero particolare per la sua forma perché a guardarlo dall’esterno ha tutto l’aspetto di una scultura, al punto tale che può risultare quasi un peccato prenderne un pezzo e mangiarlo. Si tratta del coccoi a pitzus, o pintau, che può essere decorato creando forme inusuali, quali fiori, frutta o uova, scelti a seconda del messaggio che si vuole diffondere.

Questo tipo di pane è davvero pregiato tanto da avere ottenuto l’inserimento tra i PAT, Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Sardegna, in ragione delle sue specificità, e ha una serie di ingredienti ben precisi, quali semole di grano duro regionale, sale marino e fermenti naturali, ovvero pasta acida.
La procedura da seguire per realizzarla è davvero precisa e deve essere seguita con cura. Si parte da un cerchio, che sembra ricordare una corona, a cui poi si aggiungono le decorazioni. Realizzato il cilindro, si dovranno tagliare le estremità, per poi fare dei tagli trasversali con una forbice lungo tutto il cilindro a una distanza di circa 5 cm l’uno dall’ altro. Fatto questo, si deve ripiegare il pane con i tagli verso l’esterno a formare una mezza luna.
Il prodotto creato deve essere cosparso di semola, per poi mettere il tutto su alcuni teli puliti, a cui se ne aggiungeranno altri a copertura. Si deve poi attendere il tempo necessario per la lievitazione pari a circa un’ora e mezza, necessario per vederlo accrescere di volume. Si conclude tutto con la realizzazione di altri piccoli tagli decorativi, con un coltellino o con una forbice.
Prima di infornare si devono spruzzare le pareti del forno con dell’acqua, utile a creare vapore si procede lasciando all’interno per 10 minuti a 230 gradi, continuando per altri 20 minuti a 200 gradi. Terminata la cottura, si deve lasciare il preparato sulla grata dell’elettrodomestico per altri cinque minuti, così che possa asciugarsi. A questo punto il pane Coccoi è pronto, quasi sicuramente sarà irresistibile.