Chiese sarde e ordini religiosi, la presenza della fede nell’isola: ecco quando arrivarono i primi monaci.
La Sardegna continua ad essere una terra ricca di suggestivi misteri, nonostante sia una delle regioni più turistiche d’Italia: tra splendori naturali, tanta cultura e meraviglie architettoniche, l’isola offre sempre degli itinerari mozzafiato a tutti i suoi visitatori, e non soltanto nella stagione estiva.

Nel corso di questi mesi, abbiamo più volte parlato delle chiese della Sardegna, da Nord a Sud, sia in stile romanico (quello predominante in tutta l’isola) sia di altre particolari correnti architettoniche; eppure, c’è un altro filo sottile che lega i vari luoghi di culto sparsi per tutta l’isola.
Quando sono arrivati, infatti, i primi monaci? Qual è il rapporto delle chiese sarde con gli ordini religiosi? Ecco alcune curiosità a riguardo, una storia davvero affascinante (forse ancora sconosciuta ai più) e che racconta di più del percorso della fede in tutto il territorio della Sardegna.
Chiese della Sardegna e ordini religiosi: la storia dietro ai primi monaci sull’isola
Sono davvero diverse le curiosità intorno agli ordini religiosi e ai primi monaci in Sardegna: come riportato dal sito lacanas.it, ci sono purtroppo poche fonti sugli accadimenti dell’Alto Medioevo sardo, ma una delle ipotesi più accreditate è che il monachesimo sardo abbia preso piede sull’isola grazie ai monaci africani, in particolar modo alla figura di Fulgenzio di Ruspe, tra il VI e il VII secolo.

Dello stesso periodo Papa Gregorio, alle cui iniziative si deve la diffusione della regola di San Benedetto, sebbene non ci furono dei monaci benedettini sull’isola. Nel corso dei secoli successivi, dunque, in Sardegna sono prevalsi elementi bizantini piuttosto che latini: a testimonianza di ciò le lettere inviate dal monaco Anastasio ai monaci di Cagliari, oltre all’attività del vescovo di Sulci del VII secolo, Eutalio.
Anche a livello artistico-archtiettonico, ci sono vari santuari che testimoniano la diffusione delle regole del monachesimo orientale anche in Sardegna: basti pensare a Esterzili, a Codrongianus, a Ossi e a Fonni, ma anche alle logge annesse alle chiese parrocchiali che si vedono nella Basilica di San Gavino a Porto Torres, o nella chiesa di Santa Maria a Bonarcado.
In altri casi, invece, gli edifici testimoniano la volontà dei monaci di cancellare ogni traccia del sito preesistente, impiantando l’edificio della chiesa sulle fondamenta del nuraghe; non mancano, comunque, esempi in cui questi due tipi di architettura, sebbene destinati a diversi scopi, coesistano in concomitanza.