Costumi tradizionali sardi: quando colori e dettagli fanno parte di un ricco patrimonio storico

La Sardegna parla anche attraverso i suoi costumi che rispettano una storia millenaria. Non solo mare meraviglioso ma molto di più.

Chi sceglie la Sardegna come meta delle proprie vacanze sa bene che troverà un mare tra i più belli del Mediterraneo e paesaggi mozzafiato. Ma troverà anche una lunga storia da raccontare.

costumi sardi indossati da donne
Costumi tradizionali sardi: quando colori e dettagli fanno parte di un ricco patrimonio storico – chieseromanichesardegna.it

Ogni angolo della Sardegna ha un passato da raccontare e da ricordare rigorosamente. Non si sono mai perse le tradizioni sull’isola e ogni paese porta dentro la sua storia. I costumi caratteristici variano di posto in posto, e sono tutti da vedere per scoprire chi e cosa c’è dietro. E quando avrai scoperto tutta la Sardegna, nel momento in cui ci tornerai capirai benissimo dove ti trovi riconoscendo i costumi che indossano nelle varie zone dell’isola.

I costumi sono utilizzati principalmente durante feste religiose e rievocazioni storiche, come la festa di Sant’Efisio a Cagliari o la Cavalcata Sarda di Sassari, e conservati anche nei musei etnografici dell’isola. Uno spettacolo nello spettacolo. I costumi tradizionali sardi sono caratterizzati da una abbagliante varietà di forme, colori e ornamenti e raccontano la storia dei territori, le influenze dei popoli che nel tempo hanno abitato la Sardegna e le tradizioni ancora oggi vive in molte comunità.

I costumi raccontano la Sardegna: emozioni uniche

Il costume tradizionale femminile si distingue per la vivacità dei colori e la ricercatezza dei tessuti. Il copricapo varia da zona a zona e può essere composto da fazzoletti triangolari, scialli o mantelli, spesso ricamati e decorati.

costumi sardi indossati da donne con paniere in mano
I costumi raccontano la Sardegna: emozioni uniche – Chieseromanichesardegna.it

Si indossa una camicia bianca in lino o cotone, ampia e ornata con pizzi e bottoni d’oro o d’argento, sopra la quale è posizionato un corpetto (imbustu o cossu) che fascia il busto. Il giubbetto, spesso in stoffe pregiate, può avere maniche strette o ampie, in base alla zona e all’occasione. La gonna, lunga e ampia, è spesso abbellita con nastri decorativi, e accompagnata da un grembiule in seta o orbace. Le calze sono variabili per colore e materiale e vengono indossate con scarpette o stivaletti, in alcuni casi con scarponi chiodati. E poi ad ornare il costume, ci sono i gioielli in filigrana d’oro o d’argento, spesso arricchiti con corallo o perle: bottoni, spille e medaglie religiose (patènas).

I costumi maschili, invece, generalmente sono più sobri ma non sono meno ricchi di significato. Il copricapo più diffuso è la berritta, un berretto a sacco solitamente nero o rosso. La camicia bianca, ampia e in tessuto naturale, è abbinata a un giubbetto in velluto o panno, spesso chiuso da bottoni decorativi. Gli uomini indossano sopra la camicia diversi tipi di giacche o mantelli in orbace, come il gabbanu, il cappottino o la mastrucca, giacca di pelle ovina, simbolo della tradizione pastorale. I calzoni (cartzones) sono ampi e lunghi, infilati in ghette (cartzas).

Caratteristico è anche il gonnellino nero, portato sopra i pantaloni. Le calzature variano da scarpe leggere con fibbie decorate a scarponi chiodati, a seconda delle aree e dell’uso. Ancora oggi, le comunità locali tramandano con orgoglio questi abiti, custodendoli gelosamente e trasmettendone l’uso alle nuove generazioni. La storia non finisce mai.

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