Se una casa abusiva deve essere demolita, cosa succede se al suo interno ci sono persone malate? Risponde la Cassazione.
Ovvero: se all’interno di un’abitazione da demolire perché abusiva, vive una persona con problemi documentati di malattia anche grave, è possibile che possa esservi uno stop e un rinvio dell’esecuzione? La Cassazione ha dato la sua risposta definitiva.

Una casa abusiva viene demolita quando è stata costruita senza le necessarie autorizzazioni edilizie. Il processo prevede un’ordinanza di demolizione emessa dal Comune, che dà al proprietario comunque un termine per demolire l’immobile e ripristinare lo stato dei luoghi. Se il proprietario non adempie, il Comune può procedere alla demolizione a sue spese e acquisire l’immobile e l’area.
Una sentenza della Corte di Cassazione chiarisce in modo definitivo il rapporto tra la tutela della salute e il rigore degli ordini di demolizione per gli immobili abusivi. La Suprema Corte ha stabilito che le esigenze abitative, pur gravi, e le condizioni di salute dei residenti non possono prevalere sull’ordine di demolizione, che è considerato “irrevocabile” salvo pochissime eccezioni. Il principio di proporzionalità, secondo i giudici, può solo eventualmente cambiare i tempi della fase esecutiva, ma non esiste possibilità di revocare l’ordine stesso.
Casa abusiva abitata da persone malate: la Cassazione non ha pietà
La decisione della Cassazione è arrivata accogliendo il ricorso del Pubblico Ministero contro un’ordinanza del Tribunale di Napoli.

Il Tribunale di Napoli aveva revocato l’ordine di demolizione di un immobile abusivo alla luce della “gravissima situazione clinica della figlia” della richiedente, affetta da autismo. La revoca era stata motivata anche dal peggioramento delle condizioni della ragazza a seguito della necessità di lasciare l’abitazione.
Ma il Pm, ha sostenuto che le condizioni di salute della ragazza non potessero assumere un’importanza decisiva. Aveva anche sottolineato la consapevolezza dell’abusività da parte della famiglia che aveva avuto molto tempo per mettersi in regola.
I giudici hanno evidenziato la consapevolezza dell’abusività dell’immobile da parte dei proprietari e la loro mancata assunzione di iniziative concrete per sanare la situazione. Il principio di proporzionalità non può essere usato per mettere in discussione l’ordine di demolizione ma può solo intervenire successivamente alla sentenza di condanna e all’ordine di demolizione.
La Corte sottolinea afferma che l’ordine di demolizione “non può più essere messo in discussione, pena l’arbitraria e non consentita eliminazione di una sanzione amministrativa”. L’ordine di demolizione può essere revocato solo quando risulta assolutamente incompatibile con provvedimenti della Pubblica Amministrazione che abbiano conferito all’immobile una diversa destinazione o ne abbiano sanato l’abusività.