Capo Figari è un promontorio della Sardegna che puoi raggiungere con un semplice trekking nella natura: come farlo.
Capo Figari è un promontorio a carattere prevalentemente calcareo nel territorio del Golfo Aranci. Alto 342 metri, è uno dei più accessibili, nonostante l’altezza, della costa nord orientale. Con un semplice trekking si può raggiungere la sua sommità, per esempio arrivando a Punta Semaforo, da cui godere di un meraviglioso panorama.

Il terreno è misto, parte su mulattiera e parte su sterrato. L’unico accorgimento è tenere a mente che il sentiero che si imbocca, quello arcobaleno, non viene utilizzato soprattutto nella parte finale, quindi è consigliato solo per gli esperti. In ogni caso è un percorso semplice, che non necessita di corde o altri utensili, ma bisogna solo prestare attenzione nei punti più ripidi.
Come raggiungere Capo Figari
Per raggiungere Punta Semaforo, uno dei posti del promontorio di Capo Figari da cui godere di una vista spettacolare sul mare, bisogna imboccare un facile sentiero che si snoda a tratti lungo alcune belle spiagge e calette (in cui anche fare un bel bagno ristoratore), attraversando anche la macchia mediterranea.

Una volta superato il bivio di Monte Ruju si stacca un sentiero in salita chiamato appunto sentiero arcobaleno. L’escursione è tutta in salita per raggiungere il Semaforo di Capo Figari dove Guglielmo Marconi lanciò il segnale radio l’11 agosto del 1932. Fu una scoperta sensazionale in quanto creò un un ponte radio a onde corte fra una trasmittente situata a Rocca del Papa, vicino a Roma, e un’apparecchiatura ricevente, installata per l’occasione sul semaforo di Figari, dal panfilo Elettra.
Una volta giunti sul posto si potrà godere di uno stupendo panorama sull’isola di Tavolara. Merita però qualche parola anche il fondo del promontorio dove è presente una batteria di artiglieri antinave oramai non più utilizzata, la batteria Luigi Serra, visitabile assieme alla vedetta di Capo Ceraso che completa il sistema di sorveglianza e avvistamento ai confini estremi del Golfo di Olbia.
Deviando si può raggiungere anche il piccolo “cimitero degli inglesi” dove già agli inizi del secolo scorso riposavano i marinai del veliero ligure “Generoso Secondo”, naufragato nel 1887 a Capo Figari. Qui venne seppellito anche George Christian Bradshaw della nave H.M.S.Vulcan, un incrociatore di appoggio, che a soli 18 anni morì di febbre enterica il 12 giugno del 1900.