Bonus alle Partite Iva direttamente dall’Inps. L’importo mensile sarà maturato anche a fronte di attività lavorativa parziale.
Girava negli ultimi giorni la copia di una bozza del decreto Omnibus che ora è diventato legge. Di che cosa si tratta e a chi è rivolto l’aumento.

La versione definitiva del decreto legge Omnibus, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.149 del 30 giugno, rinvia di un anno, al 2026, l’attuazione dell’esonero contributivo previsto dalla legge di Bilancio 2025 e sostituisce l’agevolazione con un bonus esente da prelievo contributivo e fiscale destinato a: madri con due figli, fino al compimento del decimo anno di quello più piccolo e madri con almeno tre figli, con reddito da lavoro non a tempo indeterminato, fino al compimento del diciottesimo anno di quello più giovane.
Sarà l’Inps a erogare il bonus mamme versione 2025 anche alle libere professioniste iscritte alla relative casse di previdenza. Non solo: l’importo mensile di 40 euro sarà maturato anche a fronte di attività lavorativa per parte del mese.
Bonus mamme: come richiederlo
Per ottenere il bonus è necessario avere un reddito da lavoro non superiore a 40mila euro su base annua, che per le madri con almeno tre figli, come abbiamo visto, non deve derivare da lavoro dipendente a tempo indeterminato.

Il contributo potrà essere richiesto all’Inps sia dalle lavoratrici dipendenti che da quelle che svolgono lavoro autonomo, purché iscritte a una gestione previdenziale obbligatoria tra cui le Casse di previdenza professionali e la gestione separata dello stesso Inps, ad esclusione del lavoro domestico.
Il bonus è esente da contribuzione previdenziale e da prelievo fiscale, si matura mensilmente, ma verrà corrisposto a dicembre, fino a un massimo di 480 euro. La maturazione avviene anche per ogni “frazione di mese di vigenza del rapporto di lavoro o dell’attività di lavoro autonomo“. Quindi se ci sarà attività lavorativa, anche parzialmente, in tutti i mesi dell’anno si maturerà l’importo pieno, altrimenti verrà riconosciuto l’ammontare corrispondente ai mesi di attività lavorativa.
Per le madri con reddito da lavoro dipendente a tempo indeterminato, con almeno tre figli e fino al compimento del diciottesimo anno di età da parte del più giovane, resta in vigore l’esonero contributivo che consiste nell’esenzione dei contributi previdenziali a carico della lavoratrice fino a un massimo di 3.000 euro all’anno con un massimo di 250 euro al mese e 8,06 euro al giorno. Nell’ipotesi di passaggio da una forma di lavoro all’altra, verrebbe comunque riconosciuto un aiuto economico sempre che vi sia attività lavorativa nel mese.