È davvero possibile non pagare una multa a seguito di un rilevamento dell’autovelox? Secondo la Cassazione sì, e si salvano anche i punti.
Il 2025 è un’annata particolarmente interessante per tutto ciò che concerne i limiti di velocità e la rilevazione con autovelox. Al centro dell’attenzione vi è l’inasprimento delle sanzioni varato con il nuovo Codice della Strada.
Quest’anno, per chi supera il limite fino a 10 km/h, la multa varia da 42 a 173 euro. Se il superamento va tra 11 e 40 km/h oltre il limite, la sanzione cresce da 173 a 694 euro, con la decurtazione di 5 punti dalla patente, invece dei 3 precedenti. La situazione diventa più grave nel caso in cui il veicolo venga sorpreso a superare dai 41 ai 60 km/h: in tal caso, la multa va da 543 a 2.170 euro, con sospensione della patente da 1 a 3 mesi. Se si supera il limite di oltre 60 km/h, la sanzione varia da 845 a 3.382 euro, con sospensione della patente da 6 a 12 mesi.
Insomma, la tolleranza nei confronti dei trasgressori si riduce notevolmente, e questo concetto non è moralmente attaccabile. Tuttavia, ci sono alcuni casi in cui molti conducenti possono evitare di pagare la sanzione. E no, non parliamo di autovelox non a norma; a chiarire la questione è stata una recente sentenza della Cassazione.
Secondo la recente sentenza della Cassazione, esiste un caso in cui è possibile evitare la multa per eccesso di velocità e la decurtazione dei punti dalla patente: si tratta della mancata identificazione certa del conducente al momento dell’infrazione.
Normalmente, quando si riceve una multa per eccesso di velocità rilevata da un autovelox, il proprietario del veicolo ha 60 giorni di tempo per comunicare i dati del conducente responsabile dell’infrazione. Se non si forniscono tali informazioni, si incorre in una sanzione aggiuntiva che varia da 291 a 1.166 euro, come previsto dall’articolo 126/bis del Codice della Strada. In questo caso, pur pagando di più, si evita la decurtazione dei punti dalla patente.
La Cassazione, però, ha espresso un chiarimento: se il proprietario del veicolo può dimostrare con documenti concreti l’impossibilità di risalire con esattezza all’identità del conducente, allora non sarà tenuto a pagare la sanzione aggiuntiva e non perderà punti sulla patente. Ma alt: questa giustificazione non può basarsi su una semplice dichiarazione, ma deve essere supportata da prove oggettive, come il fatto che più persone utilizzano abitualmente il veicolo.
Spetta poi alle autorità valutare la validità della giustificazione e, in caso di contestazione, al Giudice di Pace stabilire se essa sia fondata.
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