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Mogoro, Chiesa di Nostra Signora del Carmine
Narrazione:
Mogoro, Chiesa di Nostra Signora del Carmine (o chiesa del Carmine)
Laddove diverse correnti stilistiche coesistono in un unico contesto, si creano degli affascinanti sincretismi architettonici, capaci di adattarsi alle peculiarità dei contesti in cui si sviluppano.
Un esempio palpabile di questa vocazione è rappresentato dalla contemporanea presenza, nella chiesa di Nostra Signora del Carmine di Mogoro, dello stile romanico e di quello gotico italiano, che rifugge quello slancio verticale tipico dell’architettura francese da cui ha avuto origine.
Gli elementi si mescolano così armoniosamente tra loro da rispecchiare appieno questo fenomeno culturale.
La chiesa del Carmine, il cui aspetto attuale risale all’inizio del XIV secolo, si presenta con un’unica navata coperta a capriate lignee e terminante con un’abside semicircolare all’interno e quadrangolare all’esterno.
La facciata, impreziosita di elementi gotici, si compone di conci calcarei di media pezzatura ed è divisa in tre specchi da paraste d’angolo e lesene.
Nello specchio centrale è presente un portale architravato con cèntina a tutto sesto sopraccigliata, affiancato da lesene terminanti con capitelli gotici dai quali prendono via due file di archetti trilobati, anch’essi gotici.
Al di sopra si apre una bifora con pilastrino centrale e rosoncino, completata da un arco ogivale strombato e sopraccigliato.
Lungo gli spioventi corrono archetti trilobati uguali a quelli orizzontali che fiancheggiano la bifora e che proseguono nel prospetto absidale.
Il fianco meridionale della chiesa risulta occultato da edifici di epoca successiva dove è presente il campanile a vela, mentre il fianco settentrionale, diviso in cinque specchi da lesene, termina nella parte superiore con una fila di archetti gotici simili a quelli presenti in facciata.
Nello specchio centrale di quest’ultimo fianco si apre un portale gotico ad arco a sesto acuto che poggia su due capitelli con decorazioni fitomorfe, mentre in quelli laterali sono presenti quattro monofore a doppio strombo.
La chiesa, nella parte posteriore, presenta un’abside dotata di monofora che riprende la serie di archetti trilobati nell’unico specchio che la compone ed è sovrastata da un frontone archeggiato con oculo circolare.
È innegabile che le contaminazioni architettoniche di questa chiesa donino, allo spirito di chi le guarda, una visione suggestiva e vibrante.
Bibliografia:
Bibliografia e sitografia:
Robero Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300, collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 165;
Vittorio Angius, voce ''Mogoro'', in G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, XX, Torino, G. Maspero, 1842, p. 419
Dionigi Scano, Storia dell’arte in Sardegna dall’XI al XIV secolo, Cagliari-Sassari, 1907, pp. 249-249
Raffaello Delogu, L’architettura del Medioevo in Sardegna, Roma, 1953, pp. 234-235
Mauro Botteri, Guida alle chiese medioevali di Sardegna, Sassari, 1978, p. 76
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